La battaglia per contrastare la violenza sulle donne è difficilissima, perché è prima di tutto culturale e sociale.

La violenza può essere subdola, e non solo fisica o sessuale, ma anche psicologica o economica.

Lo sbilanciamento nei rapporti di potere nella nostra società è così radicato che anche la narrazione delle violenze sui mezzi di informazione spesso cade nella colpevolizzazione della vittima, o indulge in dettagli che nulla hanno a che vedere con i fatti ma autorizzano a pensare che – dopotutto – i carnefici fossero solo troppo innamorati, o le vittime avessero – in fondo – dato qualche prova di comportamenti poco allineati.

In questo scenario così difficile, abbiamo il dovere di non arrenderci alla barbarie: tutti insieme, uomini e donne, possiamo finalmente decidere che si può cambiare.

Anche la politica deve fare la sua parte: oggi in Assemblea Legislativa insieme a tutta la maggioranza abbiamo chiesto alla Giunta di attivarsi con il Governo per aumentare le risorse per la prevenzione della violenza di genere e per i centri antiviolenza. Ma non basta: occorre anche attivare campagne di comunicazione e formazione a più livelli, dalle scuole in poi, per educare i nostri giovani a crescere nella cultura e nella consapevolezza della parità.