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Presentato il Progetto di Legge a mia prima firma contro l’abbandono sportivo degli adolescenti

Movimento, evoluzione, cambiamento. Tre concetti forti che riecheggiano nella mia testa oggi e che hanno un legame inscindibile.

Movimento significa spostamento di un corpo da una posizione all’altra nello spazio. Un atto proattivo, un gesto concreto. Movimento è attività fisica, moto. E, infatti, diciamo che per tenersi in forma bisogna fare movimento

Movimento è intensità, affollamento di persone, trambusto, andirivieni.

In un’opera letteraria, teatrale o cinematografica, indica la dinamicità del ritmo narrativo. In pittura, scultura e architettura, è l’effetto prodotto da giochi prospettici, dalla particolare disposizione delle figure o dall’alternarsi delle luci e delle ombre.

Movimento è anche un fenomeno duraturo e di importanza storica che coinvolge un gruppo sociale che insegue obiettivi di carattere economico, politico, sociale.

Evoluzione è passare da uno stato a un altro, per lo più migliore, è il cambiamento (anche nella struttura genica) di un insieme di individui che avviene nel tempo, è lo sviluppo dell’embrione fino a raggiungere la forma adulta.

È serie di movimenti dinamici, in ginnastica per esempio, eseguiti secondo schemi precisi. Evoluzione è modifica, sviluppo, progresso.

Cambiamento è un mutamento nell’aspetto, nel carattere, nelle abitudini. Una trasformazione, la modificazione di uno stato, di una situazione. Il cambiamento è una straordinaria occasione di evoluzione, di espansione e di miglioramento di quello che siamo.

Movimento, evoluzione, cambiamento. Cosa abbiamo fatto in quest’aula negli ultimi anni? Forse proprio tutto questo.

Analizzare la realtà, immaginare un futuro, uno sviluppo, un miglioramento di tante situazioni che i cittadini dell’Emilia-Romagna si trovano a vivere e affrontare quotidianamente.

Lo abbiamo fatto in tanti ambiti diversi, con tanti provvedimenti diversi. Ma il nostro obiettivo, ognuno dal proprio punto di vista, è stato dare un nostro contributo concreto e attivo, che modificasse lo status quo.

Ecco, oggi, al termine dell’iter di questa legge, provo un senso grande di soddisfazione e orgoglio.

Perché stiamo mettendo un altro tassello importante, che si inserisce e completa una serie di interventi che abbiamo pensato a favore della generazione dei più giovani, in un ambito che io ritengo fondamentale: lo sport.

L’attività fisico-motoria e ricreativa, infatti, senza ombra di dubbio, riveste un’importante funzione sociale, educativa e formativa. rappresenta un valore fondamentale soprattutto per la popolazione giovanile in età adolescenziale.

È quindi lodevole, a mio avviso, provare concretamente a contrastare il fenomeno dell’abbandono sportivo da parte dei ragazzi in età scolastica. E per farlo occorre una serie di azioni che richiedono uno stanziamento di risorse regionali e la collaborazione con le scuole e le Università.

Non voglio dilungarmi troppo sui singoli articoli della legge: li abbiamo già analizzati e descritti bene in questi mesi di lavoro. Preferisco ricordare alcuni concetti chiave che ci hanno portato a definirla: innanzitutto lo sport agevola la coesione sociale e supporta l’educazione alla legalità.

Lo sport insegna il valore positivo del sacrificio e della dedizione, oltre a creare momenti di aggregazione, confronto, comunicazione e divertimento tra i giovani. Lo sport, quindi, aiuta a sviluppare e mantenere relazioni sane e durature.

La partecipazione a un’attività sportiva aiuta a creare una vera e propria identità sociale e integrazione (soprattutto per i soggetti a rischio di emarginazione e in condizioni di svantaggio sociale ed economico).

I giovani che praticano sport (specie in forme organizzate) accedono a un luogo protetto in cui incontrare altri giovani che hanno un forte interesse condiviso.

Oltre alla prosecuzione della pratica sportiva in sé, con questo provvedimento intendiamo anche prevenire e contrastare i disturbi dell’alimentazione così come il bullismo e il cyberbullismo anche tenendo in considerazione il ruolo che la pratica sportiva può esercitare nel superamento di stereotipi, discriminazioni e marginalità.

Contrastare l’abbandono sportivo significa quindi limitare il rischio di accentuare o di accelerare processi di emarginazione e isolamento e di favorire stili di vita poco salubri.

Tutto bello e tutto giusto. Poi però i dati ci dicono che il fenomeno dell’abbandono è forte anche alle nostre latitudini – naturalmente anche come conseguenza della pandemia – e che le conseguenze (anche sul fronte meramente sanitario) possono essere preoccupanti.

Le cause? Difficoltà di conciliazione con lo studio, i costi economici, le difficoltà di spostamento, la demotivazione, i risultati conseguiti, il cambio di interessi…

Per alcuni giovani, insomma, lo sport può assumere una percezione negativa, può diventare una perdita di tempo, un impegno eccessivo magari a causa gli aumentati impegni scolastici e della maggiore autonomia decisionale concessa dai genitori.

Tutte motivazioni legittime, che proprio per questo devono essere affrontate con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder.

Ecco perché abbiamo previsto una collaborazione forte con gli Enti locali, il CONI e il Comitato italiano paraolimpico, le Federazioni e le Discipline sportive associate, gli Enti di promozione sportiva, le scuole e le Università, i soggetti della formazione professionale, le agenzie educative, l’associazionismo sportivo, le società sportive dilettantistiche, i servizi sociali territoriali e tutti gli altri soggetti pubblici e privati interessati.

Occorrono anche convegni e campagne di comunicazione e sensibilizzazione per la conoscenza e l’analisi del fenomeno dell’abbandono sportivo.

E vogliamo creare nuove collaborazioni e reti tra le associazioni territoriali, sportive, giovanili o di volontariato delle scuole e degli enti accreditati per la formazione professionale per mappare la dispersione sportiva.

Credo che sia poi necessario il potenziamento delle competenze, prevedendo percorsi formativi ad hoc rivolti a insegnanti, educatori, allenatori e genitori.

Oggi intanto partiamo concludendo l’iter formale e partiamo mettendo già a disposizione le risorse per partire con i primi progetti.

È una eredità che vogliamo lasciare a chi amministrerà la nostra Regione nei prossimi anni, con la convinzione che potrà apprezzare il lavoro preliminare svolto e magari inserire ancora più risorse per raggiungere prima e meglio gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Lo strumento adeguato sarà naturalmente la legge di Bilancio della Regione che verrà, ma su questo – così come su tanti altri progetti che abbiamo portato avanti in questa consigliatura – sarà decisiva anche l’Europa.

Già oggi, ad esempio, i Fondi strutturali europei assegnati alla Regione Emilia-Romagna possono concorrere a coprire i costi derivanti dall’attuazione di questo progetto di legge.

E auspico e mi impegnerò perché anche le istituzioni europee del futuro siano particolarmente attente a queste tematiche e a saldare un legame fortissimo con i territori.

In conclusione. Lo sport è qualità della vita, dal punto di vista individuale e collettivo. Rappresenta un valore fondamentale anche quando è praticato a livello non agonistico.

Lo sport è un diritto, un veicolo per raggiungere il proprio benessere. Ha quindi una evidente rilevanza sociale. Per questo sono convinta che questa legge potrà portare concreti benefici ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze.

Oltre a prevenire varie forme di disagio, inoltre, una maggiore diffusione della pratica sportiva conduce anche alla riduzione dei costi sanitari legati alle conseguenze di stili di vita poco sani e di soggetti con condizioni fisiche a rischio: sedentarietà, obesità, dipendenze digitali – per fare qualche esempio concreto – portano inevitabilmente, con il tempo, a gravare sui costi del sistema sanitario.

Assicurare quindi la continuazione della pratica sportiva ai nostri giovani è una priorità universale e che non ha colore o bandiera politica. Una priorità che, con il lavoro e l’impegno di tutti (funzionari e colleghi), oggi trova una risposta concreta.

E per questo, al di fuori della circostanza e del dovere istituzionale, ringrazio davvero di cuore tutti voi.

Guarda il video su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=25hD8sStO-w

Ascolta la mia presentazione: https://www.youtube.com/watch?v=dixEdH3HqsA