Presidio a Sassuolo contro l’invasione dell’Ucraina
Febbraio 28, 2022
Un resoconto delle ultime settimane
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Il mio intervento in Aula sulla guerra in Ucraina

Di fronte a una tragedia di tali proporzioni quale quella che stiamo vivendo in questi drammatici giorni non possiamo certo restare fermi e inermi. La guerra in Ucraina ha riportato al centro dei nostri pensieri forse il peggiore incubo di tutti i popoli. Uno scenario che – almeno in Europa – pensavamo oramai remoto se non impossibile, da confinare in orrende pagine di storia che cominciavano fortunatamente a ingiallire.

Invece no. E temo che questo scenario di guerra e di estreme tensioni internazionali non avrà a breve esiti positivi, soprattutto per chi ritiene che la diplomazia dovrebbe sempre prevalere di fronte alla logica inaccettabile del carrarmato e dell’invasione di un Paese sovrano, libero e democratico (fino a prova contraria).

Cosa fare ora? Appare molto chiaro che Putin non si fermerà. I suoi obiettivi sono evidenti: annessione della parte russofona dell’Ucraina (se non tutta) e destituzione dell’attuale legittimo Governo di Kiev, per sostituirlo con un regime fantoccio compiacente. Putin non accetterà mediazioni o altre soluzioni che si allontanino dai suoi desiderata.

Prepariamoci quindi a una nuova lunga guerra fredda che – nella speranza di fermare la violenza presto e scongiurare il peggio – ci vedrà coinvolti come membri della NATO. Il primo obiettivo, di fronte allo spettro di una guerra mondiale e della minaccia atomica, è ovviamente evitare in ogni modo una escalation militare di questo conflitto, che potrebbe comportare ulteriori vite spezzate e conseguenze ad oggi imprevedibili.

Poi, dovremo essere netti e chiari: si prospetta uno scenario di confronto/scontro, senza troppe vie di fuga, tra democrazie e autocrazie, e parlo in primo luogo ovviamente di Russia e Cina. Gli appelli generici al pacifismo e le fiaccolate vanno benissimo. Ma occorre definire bene da che parte del campo stiamo, senza reticenze o flirt opportunistici determinati da simpatie personale o vantaggi economici: stiamo con l’Unione Europea, con gli Stati Uniti d’America, con la NATO.

L’Italia ha fatto bene a decidere con celerità di sostenere concretamente l’Ucraina anche con aiuti militari. Bisogna dirlo forte. Pur evitando clamori e agendo sempre con accortezza e prudenza, al popolo ucraino non serve soltanto solidarietà a parole e nemmeno solo aiuti umanitari: servono anche armi per difendersi dal nemico!

Al tempo stesso, come dalle recenti decisioni delle istituzioni europee e americane, a tutti i livelli, appare già lampante e urgente, le sanzioni contro la Russia devono essere durissime. E come ha ricordato ieri anche Ursula von der Leyen, dobbiamo fare in modo che non ci siano scappatoie e che l’effetto delle sanzioni sia massimizzato.

Le sanzioni in atto stanno già producendo turbolenze sull’economia russa. Ma considerata l’evoluzione della situazione in Ucraina e l’attacco sconsiderato a cittadini, donne, bambini, uomini, si sta giustamente lavorando anche su nuove ulteriori sanzioni, che colpiscano in modo ancora più impattante la Russia e anche, sul piano personale, gli oligarchi alleati e amici di Putin.

Noi lo diciamo da un pezzo, e purtroppo ora i fatti lo rendono a mio avviso eclatante: l’Unione Europea deve essere indipendente dal punto di vista militare ed energetico. Anche la totale dipendenza dagli Stati Uniti sul fronte della difesa deve essere a mio avviso mitigata. In questi giorni stiamo assistendo impotenti alle conseguenze nefaste di queste “non scelte” che trovo assai poco lungimiranti e che invece sono state perpetrate per anni.

L’Italia, oltre a diversificare con urgenza l’approvvigionamento dall’estero di energia, deve rilanciare una propria politica energetica seria e degna di tal nome che porti ad un aumento significativo e rapido della percentuale di autosufficienza. Vuol dire che servirà far ripartire in via provvisoria le centrali a carbone? Facciamolo! Vuol dire che bisognerà realizzare rigassificatori per accedere alla risorsa gas liquido? Non indugiamo! Terzo tema, più a lungo termine, che a mio avviso oggi non deve destare scandalo o polemiche interne: riattiviamo tutte le perforazioni nel Mediterraneo, che sappiamo avere importanti risorse di gas da estrarre.

Gli attuali costi dell’energia stanno infatti drammaticamente mettendo in ginocchio imprese e famiglie. Già dal 2020, a causa delle conseguenze della pandemia, l’Italia ha registrato un arretramento del benessere economico, un peggioramento delle disuguaglianze e della povertà assoluta. L’attuale impennata dei prezzi energetici e il conseguente rialzo dell’inflazione rappresentano un ulteriore nuovo forte rischio per il recupero del benessere. Dobbiamo perciò intervenire presto, anche a livello locale, con sostegni concreti alla popolazione in difficoltà e soprattutto dobbiamo far sì che crisi di questo genere siano scongiurate in futuro.

Non dobbiamo però dimenticare chi oggi sta peggio. Per questo anche io mi unisco con convinzione al coro di sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni. Anche come Regione Emilia-Romagna dobbiamo attuare azioni rapide e tempestive per fornire assistenza umanitaria, finanziaria, sanitaria ed economica ai profughi che arriveranno sul territorio regionale, coinvolgendo le famiglie ucraine già residenti.

Sarà importante anche istituire un coordinamento stabile interistituzionale – Regione, Prefetture, Comuni e Province – per organizzare nel migliore dei modi l’accoglienza dei profughi.

La nostra comunità regionale, che ho visto molto colpita dallo scoppio della guerra, sta già fornendo una grande prova di generosità sia a livello di associazioni che di imprese e di singoli cittadini. Anche le Istituzioni stanno facendo la loro parte: in questa emergenza dobbiamo essere più che mai uniti ed efficienti.

In conclusione, auspicando l’immediata cessazione del conflitto, nel pieno rispetto del diritto internazionale, della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina, chiedo anche io che la Regione si attivi nei confronti del Governo dando il proprio contributo e fornendo la propria collaborazione per quanto di competenza.

Questa guerra è una tragedia umanitaria che deve essere fermata al più presto!