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Presentazione in Commissione Politiche Economiche della Strategia di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente 2021-2027 della Regione Emilia-Romagna

S3 – STRATEGIA DI SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE 2021-2027

Buongiorno a tutti. Vorrei innanzitutto fare una premessa politica che ritengo fondamentale per inquadrare l’importanza dello strumento che vi presenterò e del quale andremo a discutere e confrontarci.

L’era post pandemica che ci attende è ricca di temi caldi e sfide complicate, a cominciare dal contrasto al cambiamento climatico, in tutte le sue declinazioni: dalla qualità dell’aria all’economia circolare, dalle energie rinnovabili ai nuovi materiali biocompatibili.

 

Il dibattito politico dovrà sempre più farsi carico anche del benessere delle persone e delle comunità, inteso non solo come tutela della salute e vita sana e attiva, ma anche come lotta alle disuguaglianze sociali, economiche, culturali, etniche, territoriali e di genere, a sostegno all‘inclusione sociale.

Anche la sicurezza nei luoghi di vita, di lavoro, di socialità è un tema che in epoca post Covid-19 assumerà una connotazione diversa dal passato.

La costante evoluzione della ricerca ci mette inoltre nella facoltà di disporre di tecnologie e applicazioni digitali che insieme alla presenza qualificata di centri di ricerca sull’Intelligenza Artificiale e alla disponibilità di infrastrutture di calcolo ad alte prestazioni di rilievo internazionale, devono contribuire ad accrescere il ruolo dell’Emilia-Romagna nelle nuove frontiere dell’economia digitale e dei dati.

Tutti questi aspetti devono essere tenuti in grande considerazione e occorre trovare strumenti adeguati di sintesi, intervento e coordinamento delle risorse economiche e umane che potremo attirare e coinvolgere nel governare questi processi molto complessi. Non da soli, ma all’interno di una rete istituzionale e sociale che va tenuta insieme e resa efficiente.

LE TRE DIMENSIONI: EUROPA – REGIONE – FUTURO

 

Ma prima di addentrarmi nella presentazione dello strumento, vorrei condividere con voi una riflessione che lo inquadra – lasciatemi usare questa espressione – in tre diverse dimensioni. Non tanto perché l’acronimo di questo strumento è proprio “S3 – Strategia di specializzazione intelligente”, ma perché si tratta innanzitutto di uno strumento utilizzato in tutta l’Unione Europea per migliorare l’efficacia e massimizzare gli effetti delle politiche pubbliche per la ricerca e l’innovazione.

 

Uno strumento che – individuando obiettivi, priorità e azioni – guiderà la programmazione regionale dei Fondi europei per i prossimi sette anni, puntando a concentrare le risorse sugli ambiti di specializzazione caratteristici di ogni territorio.

 

E la declinazione dello strumento a livello territoriale, a partire dai passaggi che sono stati già completati così come da questo nostro lavoro odierno, diventa a mio avviso il primo asset fondamentale sul quale soffermarsi: attraverso questa nostra nuova S3, la Regione Emilia-Romagna vuole costruire un quadro strategico di azioni con l’obiettivo del rafforzamento competitivo e della crescita occupazionale del sistema economico regionale.

 

Abbiamo quindi, come Assemblea, la responsabilità di calare nella nostra realtà territoriale – dopo l’approvazione che la Giunta regionale ha già deliberato lo scorso 10 maggio un apposito documento – questo piano in modo coerente e dettagliato.

 

La S3, pur essendo una condizionalità legata all’approvazione del POR-FEST, è infatti una strategia trasversale ai fondi strutturali e agli strumenti di programmazione regionale, un insieme integrato di strumenti e azioni in grado anche di rafforzare la capacità del sistema regionale di attrarre risorse dai programmi nazionali ed europei, sempre a sostegno di ricerca e innovazione.

 

E se Europa ed Emilia-Romagna sono dimensioni politiche di natura geografica (che vengono considerate da qualcuno a volte troppo lontane e sconnesse, mentre io ritengo che siano e debbano essere sempre più intimamente connesse), la terza dimensione che voglio sottolineare abbandona il fattore spazio, perché ha a che vedere con il tempo.

 

Non il tempo presente, al quale troppo spesso la cattiva politica resta ancorata, preoccupata del consenso immediato. Una politica miope che a volte fa troppa fatica, per insipienza o per convenienza, a guardare oltre. Con questo strumento vogliamo invece guardare non all’immediato, ma  al futuro: e proprio di progettare il futuro della nostra Regione in maniera intelligente, moderna e seria vogliamo parlare ora.

 

RICERCA E INNOVAZIONE AL CENTRO

 

La S3 si prefigge esattamente l’obiettivo di individuare gli ambiti prioritari di Ricerca e Innovazione su cui intervenire, per garantire un maggiore orientamento al risultato degli interventi che stabiliremo.

 

La S3, infatti, identifica proprio nella Ricerca e nell’Innovazione quel filo rosso che deve collegare il tessuto imprenditoriale e il sistema produttivo regionale con il capitale umano e con l’ampio sistema della conoscenza e dei prodotti e servizi ad alto valore aggiunto di cui disponiamo.

 

E in questa inedita “tridimensionalità” io vedo il vero valore di questa strategia, che va ben oltre alla quantità – pur molto importante – delle risorse economiche in gioco. Anzi, ancora prima di questo aspetto, voglio sottolineare anche un altro punto per me prioritario. E cioè che quella che andremo a definire insieme è una visione del futuro condivisa.

 

L’obiettivo tracciato è quello di rafforzare con il contributo di tutti gli stakeholder quell’insieme gli strumenti di intervento e azioni integrate in grado di indirizzare le politiche regionali per la Ricerca e l’Innovazione. Dobbiamo fare fronte comune alle grandi sfide che il sistema regionale ha davanti per poter cogliere tutte le opportunità connesse. Per farlo nel modo corretto, però, è essenziale il coinvolgendo del sistema delle imprese in modo sempre più diffuso e, in particolare, quello delle piccole imprese e delle filiere.

 

Ma l’attenzione, nell’iter di definizione del S3, non è stata rivolta solo al mondo produttivo. Anzi, la forza evidente di questo Piano è proprio un modello di governance fortemente partecipativo e inclusivo.

 

L’impianto generale gode infatti di un diffuso consenso di tutte le parti sociali e culturali della Regione, che sono state coinvolte e sollecitate e che hanno attivamente preso parte alla discussione e al confronto politico e istituzionale.

 

IL PERCORSO PARTECIPATO

 

Il percorso partecipato avviato a ottobre 2020 ha riguardato, in estrema sintesi, numerosi soggetti: innanzitutto la Giunta regionale e i singoli Assessorati e le Direzioni Generali. Poi è avvenuta una condivisione con il tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima.

 

Infine, gli incontri con tutti gli stakeholder e il partenariato regionale: Associazioni imprenditoriali e parti sociali, Clust-ER e Tecnopoli, Scuola, Conferenza regionale delle Università, Consulta agricola, Enti locali, Ordini professionali, Associazioni di volontariato, terzo settore e mondo ambientalista.

 

È stata avviata anche una consultazione pubblica sulla piattaforma di Open Innovation EROI (tra dicembre e gennaio scorsi) per raccogliere commenti, osservazioni, pareri, consigli. Sono stati circa 3.000 i cittadini che si sono iscritti e oltre 1.200 le interazioni totali, tra cui oltre 300 commenti pubblici volti ad aiutare la Regione a definire priorità e obiettivi della nuova programmazione dei Fondi europei.

 

Si è trattato di suggerimenti e spunti di una comunità eterogenea composta da soggetti già beneficiari di finanziamenti per la ricerca, esperti di innovazione, ma anche da nuovi interlocutori (circa il 17%) che, per la prima volta, hanno deciso di confrontarsi con questi temi nell’ambito di un contesto partecipativo.

 

Innovazione digitale, Green Deal, occupazione di qualità, ma anche diritti e inclusione sociale, reti di trasporto e telematiche, contrasto agli squilibri demografici sono solo alcune delle sfide per la ripartenza dei sistemi produttivi regionali che sono state considerate prioritarie dalla community dei partecipanti alla consultazione pubblica.

 

A queste sfide si aggiungono le buone pratiche in grado di favorire processi di innovazione segnalate dai partecipanti, come azioni di Open Innovation, ricerca e innovazione responsabile.

 

Voglio sottolineare a tal proposito, sul fronte della partecipazione attiva, anche il forte contributo offerto dall’Università, che consolida così la sua capacità di intessere fertili collaborazioni con le altre istituzioni e le realtà del territorio regionale.

 

Una grande novità di questa Strategia S3 è sicuramente rappresentata anche dal maggiore coinvolgimento delle Città, che non si sono limitate a firmare il patto ma che hanno dimostrato di volere una partecipazione più incisiva e un ruolo quantomai attivo e propositivo.

 

Il peso politico che attribuisco a questo percorso di elaborazione della Strategia S3 è che sta definendo e confermando ulteriormente la centralità dell’ente Regione Emilia-Romagna, un vero punto di riferimento affidabile ed efficiente agli occhi di tutti i soggetti coinvolti.

 

Nel consolidamento e riconoscimento di quanto di buono è già stato fatto, dobbiamo però ora proiettarci tutti insieme nel cambiamento, concentrando lo sguardo su ciò che, a livello sociale ed economico, il futuro della nostra terra richiederà, all’interno di un’evoluzione che dovrà essere coerente anche con le linee guide fissate dalla Unione Europea e dal Piano Onu – Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

 

 

LA STRATEGIA S3 2014-2020

 

La nuova programmazione parte facendo tesoro anche dei risultati raggiunti dalla precedente Strategia S3 attuata tra il 2014 e il 2020, un settennato durante il quale il sistema regionale ha impegnato una rilevante quantità di risorse e di investimenti destinati a Ricerca e Innovazione, pari a 3,2 miliardi di euro, con un contributo pubblico di oltre 1,6 miliardi di euro, di cui 900 milioni di risorse regionali.

 

Nell’arco temporale 2014-2020 sono stati finanziati oltre 9.800 progetti, con quasi 7.000 finanziamenti a imprese, 1.350 finanziamenti a laboratori di ricerca e 185 nuove imprese create.

 

Sono stati 228 i brevetti generati direttamente dai progetti finanziati, oltre 2.000 i nuovi ricercatori e quasi 66.000 le persone formate.

 

IL PERCORSO DI AGGIORNAMENTO

 

Nel 2020 la Regione Emilia-Romagna ha avviato il percorso di aggiornamento della Strategia S3 per l’orientamento della programmazione dei Fondi europei 2021-2027. Un’azione opportuna e necessaria per via dei grandi mutamenti in corso.

 

Va tenuta infatti in considerazione l’evoluzione della tecnologia intercorsa negli ultimi anni, ma anche l’evoluzione dei sistemi produttivi, dell’ecosistema regionale della ricerca e, naturalmente, delle nuove sfide di carattere planetario, a partire come accennavo poco fa dal macro-tema della sostenibilità, uno dei punti focali della Politica di Coesione UE 2021-2027 così come della Agenda 2030 dell’Onu.

 

Un aggiornamento, infine, che deve anche essere pienamente coerente con gli obiettivi del Programma di mandato di legislatura della Giunta regionale e con il Patto per il Lavoro e per il Clima.

 

 

 

LA NUOVA STRATEGIA S3

 

La nuova “Strategia regionale di specializzazione intelligente” intercetta e affronta tutte le principali grandi sfide europee in atto, a cominciare da digitalizzazione, inclusione sociale, benessere e qualità della vita, sicurezza e sostenibilità, attraverso l’individuazione di ambiti tematici prioritari cross-settoriali.

 

La S3 2021-2027 conferma, dunque, i sette sistemi produttivi di specializzazione regionale precedentemente individuati: Agroalimentare, Edilizia e Costruzioni, Meccatronica e Motoristica, Industrie della Salute e del Benessere, Industrie Culturali e Creative, Innovazione nei Servizi (trasformazione digitale e logistica), Energia e Sviluppo Sostenibile.

 

Sono stati però ridefiniti alcuni ambiti interni, identificati alcuni ulteriori ambiti produttivi a forte potenziale di sviluppo (come la Aerospace Economy e la progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture critiche) e individuato come ambito autonomo l’Industria del Turismo.

 

I temi principali presenti nei 15 ambiti tematici cross settoriali sono:

  • Energia pulita, sicura e accessibile;
  • Economia circolare;
  • Clima e risorse naturali (aria, acqua, territorio)
  • Blue Growth (cioè lo sviluppo sostenibile dei settori marino e marittimo);
  • Innovazione nei materiali,
  • Big data (nelle imprese e nella PA), intelligenza artificiale, digitalizzazione;
  • Manufacturing 4.0 e future evoluzioni
  • Connettività di sistemi a terra e nello spazio;
  • Mobilità e Motoristica sostenibile e innovativa;
  • Città e comunità del futuro;
  • Patrimonio territoriale e identità regionale: beni e contenuti culturali, attività creative, turismo e prodotti Made in E-R;
  • Benessere della persona, nutrizione, stili di vita;
  • Salute;
  • Innovazione sociale e partecipazione
  • Inclusione e coesione sociale: educazione, lavoro e territori.

 

AEROSPACE, INFRASTRUTTURE COMPLESSE, INNOVAZIONE SOCIALE

 

Tra gli ambiti produttivi cui dedicare una specifica attenzione, voglio soffermarmi sulla Space Economy e sulla progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture complesse e critiche (un comparto del sistema delle Costruzioni), che hanno entrambe visto uno sviluppo importante negli ultimi anni, anche per effetto di rilevanti investimenti pubblici.

 

Si tratta di aree produttive che coinvolgono attori, sia del mondo della ricerca che delle imprese, in parte già presenti nella nostra Regione e appartenenti a più sistemi produttivi e spesso attivi su mercati diversificati. Aree caratterizzate dall’utilizzo di tecnologie evolute e spesso di frontiera, che necessitano di alte competenze, e che fanno dell’integrazione tra tecnologie ed expertise anche molto diversi il loro tratto distintivo.

 

Queste aree, per la loro natura, possono rappresentare “terreni di coltura” di tecnologie innovative e conoscenze che possono trovare applicazione anche in altri settori più tradizionali, con ricadute positive su tutto il sistema regionale.

Sul fronte della innovazione sociale e della partecipazione – altro snodo strategico che questo strumento presidia – immaginiamo una Emilia-Romagna capace di sviluppare progetti di ricerca e innovazione a impatto sociale collaborando con cittadini, società civile e innovatori sociali.

Promuoveremo attività quali Public engagement, citizen driven innovation, science education, finanza di impatto, misurazione e gestione degli impatti sociali generati quali strumenti per un ecosistema dell’innovazione orientato alle sfide sociali dei nostri territori.

 

 

5 MILIARDI DI INVESTIMENTI

 

L’obiettivo della Strategia 2021-2027 è realizzare in Emilia-Romagna nuovi investimenti complessivi in Ricerca e Innovazione stimati in 5 miliardi di euro, finanziati sia con risorse pubbliche (europee, statali e regionali per circa 2,7 miliardi) sia con risorse private, con un co-finanziamento di 2,3 miliardi.

 

Questo nuovo percorso può contare su uno strutturato ecosistema della ricerca e dell’innovazione di cui la nostra Regione indubitabilmente dispone e che comprende soggetti pubblici (a partire ovviamente dalle Università) e soggetti privati di ricerca, oltre a moltissime imprese in grado di cooperare e creare non solo attività di Ricerca e Innovazione, ma anche nuove infrastrutture, nuove reti e piena partecipazione alle opportunità nazionali ed europee, con una capacità sempre crescente di attrazione di iniziative di ricerca e di talenti di livello internazionale.

 

La nuova S3 rappresenta quindi per l’Emilia-Romagna una opportunità straordinaria per tracciare il nuovo quadro strategico di Ricerca e Sviluppo innovativo della nostra regione, ai quali seguiranno ovviamente – ma soltanto in un secondo momento – tutti gli strumenti attuativi del caso.

 

RICERCA SENZA TABÙ IDEOLOGICI

 

In questa fase è fondamentale delineare appunto una strategia ampia e di alto profilo, senza preclusioni di intervento e assolutamente senza tabù ideologici. Vorremmo infatti affrontare sul fronte dell’impulso alla ricerca tutti i grandi temi attuali – anche quelli politicamente più scottanti – senza nasconderci dietro a un dito.

 

Ecco perché nello strumento sono citati per esempio la gestione della CO2 o il 5G: voglio precisare, a scanso di polemiche o perplessità che potrebbero sorgere, che siamo semplicemente definendo cosa ci interessa approfondire attraverso lo strumento della ricerca. Non stiamo “sponsorizzando” o “sdoganando” nulla.

 

Semmai – e penso proprio agli esempi appena citati, ma non solo a questi – di fronte a problemi o realtà già presenti nei nostri territori la ricerca può darci importanti indicazioni su eventuali effetti collaterali negativi o nocivi di alcune sostanze o nuove tecnologie, oltre ai suggerimenti su come contenerli, affinché risultino più sicure possibili e meno impattanti per l’uomo e per l’ambiente.

 

Un impegno straordinario che vogliamo sostenere e promuovere. La politica non scansa i problemi, ma li affronta e prova a risolverli.

 

LE SFIDE GLOBALI DELLA SOSTENIBILITÀ

 

Agenda 2030 e il nuovo approccio delle politiche europee, in particolare di Horizon Europe e della politica di coesione – come accennavo in precedenza – costituiscono sicuramente i punti di riferimento di questa Strategia. Sono le sfide globali di sostenibilità che, come Regione, abbiamo voluto declinare su scala regionale anche nel Patto per il Lavoro e per il Clima.

 

Non dobbiamo però nascondere il fatto che si tratta di un tema non banale e non semplice, per motivi economici e culturali. Sappiamo che siamo una Regione fortemente energivora, perché densamente popolata e industrializzata, e sappiamo anche quanto ci sia da fare – solo per fare un esempio – sulla strada delle energie rinnovabili, uno degli obiettivi dichiarati della Strategia S3.

 

Ma vogliamo e dobbiamo essere anche molto concreti e non fare eccessivi voli pindarici. La transizione ecologica di cui tutti avvertiamo la necessità e anche l’urgenza non si realizza dall’oggi al domani. Non è né può essere un salto nel vuoto… va anzi accompagnata passo dopo passo in modo ragionato e ragionevole.

 

AZIONI ED INTERVENTI PER L’ATTUAZIONE DELLA S3

Nella pratica, la Strategia S3 punta a finanziare imprese o crearne delle nuove partendo da startup e incubatori per accrescerne l’innovazione e la competitività sui mercati globali, coinvolgendo sempre più anche le piccole imprese.

Si prevede di dare un forte sostegno ai Tecnopoli e ai laboratori di ricerca pubblici e privati; di generare altri brevetti direttamente dai progetti sostenuti; di accrescere l’attività di formazione dei lavoratori e soprattutto di aumentare ulteriormente il numero dei ricercatori che operano nel sistema regionale.

A ciò sia aggiunge la volontà di creare due importanti nuovi Hub regionali per la Ricerca e l’Innovazione: uno sulle Industrie culturali e creative, l’altro sui Big Data per la Pubblica Amministrazione e la gestione del territorio.

La nuova S3 individua alcune linee di intervento prioritarie, trasversali rispetto agli ambiti tematici e ai settori sui quali concentrare prevalentemente gli investimenti nel prossimo settennato.

Si tratta delle nostre filiere con nuove attività di ricerca e della creazione di nuovi laboratori d’impresa e di spazi ed infrastrutture di ricerca; dei progetti di innovazione strategica, delle azioni di sistema e Clust-ER che vedono un forte interesse verso la creazione anche di nuove associazioni come quella dell’economia urbana e del turismo; dello sviluppo delle competenze e dell’alta formazione; dello sviluppo e consolidamento delle startup innovative; dell’attuazione dell’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna; delle reti, partenariati, cooperazione e sinergie con i programmi europei.

Al centro della Strategia vi è sempre l’ecosistema regionale di ricerca e innovazione, che con il coordinamento di Art-ER tiene insieme il sistema universitario regionale, l’alta formazione, enti e infrastrutture nazionali e internazionali, le imprese in particolare di piccola e media dimensione, le reti di ricerca e innovazione.

 

Per dare più concretezza alle mie parole, voglio citare velocemente, per punti, soltanto un breve elenco possibili tipologie di azioni e interventi per l’attuazione della S3:

  • Realizzazione e potenziamento delle infrastrutture di ricerca;
  • Ampliamento, potenziamento e messa in rete dei Tecnopoli;
  • Riassetto della Rete Alta Tecnologia (ampliamento laboratori esistenti, nuovi laboratori, aggregazioni fra laboratori);
  • Supporto agli investimenti privati in Ricerca & Sviluppo, in particolare per nuovi laboratori di imprese aperti alla collaborazione con il sistema della ricerca e della formazione;
  • Progetti di ricerca collaborativa imprese/laboratori e laboratori/imprese;
  • Progetti strategici di innovazione per la sviluppo delle filiere produttive;
  • Sviluppo della rete degli incubatori/acceleratori;
  • Azioni per favorire la nascita e l’accelerazione delle start up innovative;
  • Azioni di sistema per lo sviluppo dei CLUST ER e delle reti di imprese;
  • Azioni per favorire lo sviluppo e la messa in rete delle Academy aziendali;
  • Borse e Dottorati per la ricerca industriale.

CONCLUSIONE

 

L’Assemblea legislativa è chiamata a completare l’iter di approvazione della Strategia S3 2021-2027. Confrontiamoci in modo aperto e costruttivo per arrivare a definire tutti i pilastri che intrecciano le grandi sfide europee.

 

Trasformazione digitale, transizione ecologica, salute e benessere, cultura, manifattura e filiere innovative, edilizia e turismo sono gli asset che questo strumento può implementare e che, sicuramente, consentiranno alla nostra Regione di mantenere e migliorare gli standard di qualità della vita e qualità del lavoro che già ci vedono ai primissimi posti non solo in Italia ma nel mondo.